Racconti incompleti

Il dottore si avvicinò a Lorence. La faccia chiusa in un’espressione severa.
Lorence si alzò. La sua enorme mole sovrastò il camice bianco. Era alto due metri e venti precisi, la sua schiena perfettamente diritta e spalle enormi.
“Siamo riusciti a salvargli la vita… dice che non può pagare le cure”
Lorence guardò il medico, probabilmente era quello il motivo della sua faccia. Dopo tutto aveva perso tempo a curare un disperato che non si sarebbe mai potuto permettere le cure del RDI.
“Non deve pagare lui, ci penso io”
La faccia del dottore sembrò illuminarsi.
“Ora è sveglio, se vuole può andare a parlargli, deve rimanere almeno un altra ora, fino a che non è finita la flebo”
“Non serve, questa dovrebbe bastare per pagare le spese”
Estrasse la tessera medica del RDI, era di proprietà della NWT la corporazione per cui lavorava. era un assicurazione sanitaria che copriva ogni tipo di intervento. la dotazione standard per un corporativo come lui.
“E’ sicuro?” Lo sguardo avido del dottore era fisso sul credi-chip aziendale.
“Le dispiace per caso? metta qualcuno a sorvegliare il giovane, lo verrò a prendere domani in giornata, e addebiti anche queste spese”
Lorence diede la tessera al dottore poi osservò Raven che si avvicinava.
“Tu che ci fai qui?”
“Sono venuta perché sei andato via prima di confermare che mi aiuterai” indicò il laser puntato sul petto di Lorence.
“E’ bravo come si dice in giro?”
“Si” disse lei con un sorriso “Non capisco per quale motivo stai negando qualcosa che mi spetta di diritto, o non sei più un uomo di parola?”
“Per la santa madre Russia, come ti permetti di dire qualcosa del genere? Sono in squadra, ma lo voglio lontano dai piedi perché è un ricercato e perché attira troppo l’attenzione”
“Ne possiamo parlare”
Lorence la sollevò e la baciò per quanto provò a dimenarsi era troppo forte per lei. Era passato tempo, ma non poteva resiste al suo fascino, al suo viso d’angelo.
“Lasciami”.
La lasciò cadere perché si era permessa di reagire. Cadde in piedi e lo colpì con un calcio su uno stinco, questo risvegliò i suoi istinti. Le era sempre piaciuta, ed amava il suo spirito ribelle. Quando si erano incontrati lei era ai suoi piedi come gran parte del mondo femminile che non riusciva a resistere al suo fascino, alla sua bellezza ed al suo fisico scolpito in palestra. Era sempre stato uno sportivo, era più simile ad un angelo che ad un essere umano, eppure la storia era cambiata. Si rese conto che era diventata immune al suo fascino, lo considerava una pedina e forse nemmeno un amico.
“Che cosa dobbiamo fare? Se non mi toglie questo laser immediatamente lo svito la testa e lo prometto sulla santa madre russia” Il suo accento americano era sparito lasciando il posto a quello russo, odiava pensare al suo passato eppure quando era con Raven il suo accento russo tornava perché poteva essere se stesso.
La piccola Raven alzò la mano e fece un gesto veloce. Il laser puntato sul corpo di Lorence scomparve, dopo tutto era solo un rafforzativo delle sue intenzioni, non aveva certo intenzione di sparargli veramente.
“Al momento dobbiamo andare in un posto. Ti dirò ogni cosa quando siamo in macchina, non vorrai rovinarti la sorpresa vero?”
“Assolutamente” seguì il piccolo corvo verso l’ascensore.

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