Ho ripreso in mano il primo grande mattone, che ho scritto in attesa che abbia notizie per il quindici aprile. C’ho lavorato veramente tanto, ma più tempo passa più mi accorgo che ha ancora bisogno di qualche revisione. Quella che sto facendo penso che sarà l’ultima prima di un giudizio di qualcuno che possa darmi consigli mirati.
Ero contrario inizialmente pensando di aver scritto qualcosa di bello, e devo ammettere che rileggendolo è ancora più bello di quanto ricordavo, l’ho lasciato decantare per sei mesi dedicandomi ad altro proprio per avere la mente sgombra e poter apportare i giusti cambiamenti in questa revisione finale. Sto tagliando molto, ma non è una semplice operazione fatta con delle cesoie, sto anzi andando a limare e modificare gli eventi, per avere una coerenza maggiore, per quanto ogni cosa ha il suo senso, e credo, prima di un parere autorevole che gli elementi ci siano tutti per aver creato una buona trama, non parlo dello stile di scrittura perché quest’ultimo migliora sempre di più, ed ogni giorno mi sorprendo dei passi avanti che faccio.
Quando scrivo qualcosa, ciò che mi piace più di ogni altra cosa è la coerenza nella trama, se qualcuno ha letto qualche mia recensione si nota quanto per me tutto deve avere un nesso logico, deve essere uno spunto per il lettore che secondo la mia modestissima opinione deve farsi domanda, anche quelle a cui non ho pensato, e deve darsi una risposta. Nel corso del tempo ho riscritto alcuni dei capitoli perché erano ridondanti oppure legati a qualcosa di troppo futuro.
Proprio oggi mi sono fatto una domanda, a cui non riesco a dare una risposta definitiva. Nel mio modo di vedere la mia opera ho scritto una storia molto lunga e sopratutto molto articolata, forse troppo, e probabilmente è una fatica al di sopra delle mie forze, ma non mi importa, l’ho voluta scrivere perché le portano nel cuore, e vederla quasi pronta per un parere di un addetto ai lavori mi rende veramente orgoglioso.
Sono consapevole di non aver scritto un best seller, e che molto probabilmente non troverò nessuna casa editrice che voglia scommettere sul mio piccolo mattone, ma non voglio lasciare nulla al caso, e spero di ricevere critiche mirate, e anche franchezza. Certo spero proprio di non ricevere il fatidico: Non vale neanche i fogli per stamparlo, ma sono pronto ad accettarlo, per quanto spero non arrivi solo perché non sarebbe costruttivo. Mi spiego meglio, sicuramente avrò scritto qualcosa di noioso che non appassiona, ci posso stare, non tutti possono scrivere best seller o opere pubblicabili, ma anche in questa risposta così negativa ci può essere qualcosa di salvabile, non penso ne parlo di qualcosa di buono. Lavorando sulla parte che è salvabile, e migliorando la storia magari un giorno si potrebbe arrivare a qualcosa di meno noioso… chissà.
Noi viviamo in Italia, dove la metà di noi scrive, e l’altra metà di noi non legge, quindi pubblicare qualcosa è un impresa da grandi eroi, non abbiamo Opra, come negli Stati Uniti, che è un vero catalizzatore di Best Seller, anche quando il prodotto non è all’altezza di esserlo. Ma forse è questa la vera sfida, che dovrebbe spingerci a riflettere e migliorarci giornalmente.
Ho divagato molto, lo ammetto. Non ho mai avuto il dono della sintesi, ed è per questo che ho scritto un mattone. Come ho detto sto usando cesoie ed una lima per modificare la trama in primis e poi lo stile. Lascio per ultimo lo stile perché ovviamente non ho esperienza, non ho ancora la consapevolezza di quale siano i miei punti di forza e le mie aree di miglioramento, quindi devo puntare su una trama che possa appassionare, così da poter dopo lavorare sul mio stile personale. Oltre a rileggere il mio libro, sto leggendo più del normale. Sono un grande lettore, ma in questo periodo sto cercando di metabolizzare lo stile degli scrittori quelli veri così che magari possa imparare da loro, veri maestri, qualcosa anch’io.